La Sindrome Brachicefalica o BAOS (Brachycephalic Airway Obstruction Syndrome cioè sindrome ostruttiva delle vie aeree superiori) è un’affezione comune sia ai cani che ai gatti. In particolare, le razze predisposte sono: Carlino, Bulldog Inglese, Bouledogue Francese, Pechinese, Sharpei, Shitzu, Boston Terrier, Cavalier King Charles Spaniel, Boxer e Bull Mastiff. Tra i gatti ricordiamo soprattutto i Persiani.
Si tratta di razze in cui è stata eseguita una spinta genetica importante, tanto da ottenere animali con un’alterata conformazione del cranio (tessuti duri) che a sua volta determina un’anomalia dei tessuti molli delle vie aeree. Quest’ultime, come laringe, faringe, palato molle e trachea, a causa di un aumento della pressione negativa intratoracica, tendono a collabire, causando un ulteriore sforzo respiratorio. Quindi assistiamo ad anomalie primarie proprie della sindrome che, con il tempo, determinano l’insorgenza di anomalie secondarie: basti pensare che normalmente un cane respira circa 35 mila volte al giorno!
La difficoltà respiratoria è sempre associata a disturbi gastroenterici quali: esofagite, reflusso gastroesofageo, ernia iatale, meteorismo, ecc.
I sintomi più comunemente manifestati sono:
- Respiro stertoroso e rumoroso
- Rumori russanti
- Tosse
- Respirazione a bocca aperta
- Polmoniti ab ingestis
- Colpo di calore
- Sincopi
Purtroppo nella maggior parte dei casi i proprietari non danno peso a tali sintomi, considerandoli “normali” in determinate razze. Ciò impedisce al Medico veterinario di effettuare una diagnosi precoce.
DIAGNOSI: L’iter diagnostico prevede un’attenta visita clinica con ampia raccolta anamnestica; continua con un’indagine radiografica di collo e torace; si completa con una stadiazione endoscopica. Quest’ultimo esame (l’endoscopia) è necessario per la valutazione delle strutture che costituiscono i tessuti molli coinvolti nella sindrome: narici e cavità nasali, rinofaringe, faringe e laringe, trachea e bronchi. In aggiunta all’apparato respiratorio, è opportuna la valutazione dell’apparato gastroenterico: esofago, stomaco e duodeno. Questo iter ci permette da una parte di ottenere la diagnosi, ma dall’altra è indispensabile ai fini prognostici.
TERAPIA: La terapia d’elezione è senz’altro chirurgica. Si tratta di correzioni a carico delle narici stenotiche (cioè dal diametro ridotto), del palato molle allungato, dell’eversione dei sacculi laringei e del collasso laringeo, probabilmente l’anomalia con il maggior impatto clinico per sintomi, prognosi e terapia.
Purtroppo, esistono anche anomalie strutturali che non possono essere aggredite chirurgicamente, come il restringimento del rinofaringe, l’ispessimento della lingua, la riduzione del diametro tracheale e il collasso bronchiale.
Pertanto, diventa di fondamentale importanza la gestione dei fattori di rischio, come le alte temperature, i forti stati di ansia e stress, il dolore, la paura, ecc
In aggiunta alla terapia chirurgica, è necessaria una terapia medica adeguata per i disturbi gastroenterici.
CONCLUSIONI: Tutti gli animali appartenenti alle razze sopra elencate dovrebbero essere portati in visita in giovane età: una stadiazione precoce infatti riduce la comparsa di anomalie funzionali secondarie, e quindi permette una prognosi migliore.
Giovanni Barbieri
Direttore Sanitario
Del Centro Veterinario Montecchio